L’ambasciatore della Russia in Italia, Sergej Razov, ha commentato in modo critico lo stato delle trattative per la pace in Ucraina.
La guerra in Ucraina continua. Siamo ormai a tre mesi di conflitto, con ambo le parti che non sembrano avere alcun interesse a trovare la pace. L’Ucraina non vuole cedere definitivamente i territori conquistati dalla Russia nel corso delle ostilità, mentre la Russia vuole cercare di conquistare più porzioni possibili di territorio ucraino, prima di sedersi al tavolo delle trattative. Anche l’ambasciatore della Russia in Italia, Sergej Razov, ha commentato in modo critico l’andamento delle trattative, definendole “sostanzialmente incastrate”.
Le parole di Razov
“Qualsiasi conflitto militare prima o poi finisce in pace. Finirà in pace anche il conflitto in Ucraina. Qualsiasi mediazione basata sulla reale conoscenza della situazione, della storia della questione, delle vere intenzioni delle parti, ovviamente, non può che essere accolta favorevolmente. Come abbiamo, ad esempio, accolto con favore il ruolo di mediazione della Turchia, che ha facilitato l’incontro delle delegazioni russa e ucraina a Istanbul”. Queste le parole dell’ambasciatore russo in Italia, Sergej Razov, all’AdnKronos.
“Tuttavia – ha voluto precisare Razov – credo che più importanti siano i contatti diretti tra le parti coinvolte. E a questo proposito, vorrei ricordare che dopo il suddetto incontro di Istanbul, in cui sono stati delineati alcuni punti di convergenza su importanti questioni di risoluzione, la parte russa ha consegnato a Kiev una bozza di trattato di pace, la cui attuazione potrebbe significare il completamento dell’operazione militare speciale russa. Sfortunatamente, non abbiamo ancora ricevuto risposta a questo documento e la leadership ucraina, alimentata da massicce consegne di armi e promesse di assistenza economica, ha ripetutamente cambiato posizione. Le trattative si sono sostanzialmente incastrate – commenta l’ambasciatore – Quindi la mediazione di cui sta parlando potrebbe essere, prima di tutto, quella di spostare la dirigenza ucraina verso una più adeguata valutazione della situazione”.